Un recente studio condotto negli Stati Uniti da un team britannico dell’UniversitΓ  di Exeter ha dimostrato che l’assunzione di vitamina D puΓ² ridurre e ritardare il rischio di demenza senile.

Lo studio, pubblicato da Alzheimer’s & Dementia: Diagnosis, Assessment & Disease Monitoring, Γ¨ stato condotto su oltre 12 mila persone, che al momento della ricerca avevano un’etΓ  media di 71 anni e nessuna diagnosi di demenza.

Il gruppo Γ¨ stato seguito e monitorato per dieci anni: il 37% delle persone coinvolte ha fatto uso di integratori a base di vitamina D.

Gli esiti dello studio

Tra tutti i partecipanti, 2.696 persone hanno riscontrato una demenza nel corso del follow up di 10 anni, ma tra queste il 75% non aveva assunto vitamina D.

Inoltre, lo studio ha dimostrato che gli effetti benefici della vitamina D si sono rivelati piΓΉ elevati nelle donne e nelle persone non portatrici del gene APOEe4, fattore di rischio di demenza da Alzheimer.

Le funzioni della vitamina D

LaΒ vitamina DΒ contribuisce a mantenere nella norma i livelli diΒ calcioΒ e diΒ fosforoΒ nelΒ sangue.

È  un regolatore delΒ metabolismo del calcioΒ ed Γ¨ utile quindi utile nell’azione diΒ calcificazione delle ossa.

Viene generalmente sintetizzata dal nostro organismo, attraverso laΒ pelle grazie all’assorbimento dei raggi del sole.

LaΒ carenza di vitamina DΒ incide in modo negativo sullaΒ calcificazione delle ossa, con conseguenze anche gravi: dalΒ rachitismoΒ nei bambini alleΒ deformazioni osseeΒ di varia natura e allaΒ osteomalacia, che si presenta quando la struttura ossea si presenta integra all’esterno, ma registra unΒ contenuto minerale insufficiente all’interno delle ossa.

LaΒ mancanza di Vitamina D, inoltre,Β rende inoltre iΒ denti piΓΉ deboliΒ e vulnerabili alleΒ carie.