Dieci anni
di Mutualità

dicembre 2010/dicembre 2020

UNA RICERCA PER FESTEGGIARE IL DECENNALE DEL FONDO SOLIDEO 

UN QUESTIONARIO PER LE AZIENDE E UNO PER I LAVORATORI PER MISURARE IL GRADO DI SODDISFAZIONE 

Il Fondo Solideo il 10 dicembre 2020 compie 10 anni! Per celebrare questa importante ricorrenza il Direttivo del Fondo Solideo ha deciso di affidare una ricerca per valutare, insieme ad imprese e lavoratori, il livello di soddisfazione ma anche di criticità attraverso la somministrazione di due questionari (uno alle imprese aderenti, ed uno ai lavoratori iscritti).

LA RICERCA

La ricerca, svolta dal dott. Davide Roccati, ha voluto indagare all’interno del proprio universo di riferimento, interrogando quindi le imprese ed i lavoratori iscritti. La ricerca si è svolta online, con il metodo CAWI, una metodologia di raccolta dei dati che si basa sulla compilazione di un questionario via web fornito attraverso un link, un panel o un sito web. L’universo di riferimento, sia per le imprese che per i lavoratori, è stato l’insieme totale degli iscritti al momento della rilevazione. Sul lato imprese, tutte le 29 aziende iscritte al Fondo Solideo sono state contattate e la redemption è stata pari al 96,6% (28 risposte su 29). Anche i lavoratori iscritti, 1.638 in totale, sono stati tutti invitati a partecipare all’indagine ed il risultato è stato pari a 628 questionari compilati (redemption pari al 38,3%).

LE AZIENDE

Su 28 rispondenti, 23 sono cooperative e 2 sono consorzi di cooperative. A queste si aggiungono 3 associazioni. La dimensione media delle imprese sfiora i 60 soci, di cui i due terzi sono donne. In metà aziende, poi, la quota di donne tra i soci è compresa tra il 60% e l’80%.  Le imprese iscritte al Fondo operano prevalentemente sul territorio della Città metropolitana di Torino e, in parte minore, in provincia di Cuneo. Si tratta di imprese con una storia importante alle spalle: l’età media supera i 25 anni e ben il 35% è nata prima del 1989. L’età delle imprese non varia per le realtà piccole e medie, mentre quelle più grandi (50 soci e oltre) sono decisamente più anziane (il 58,3% è nata prima del 1989, contro il 22,2% delle medie ed il 14,3% delle piccole).

In questo contesto, il rapporto con il Fondo Solideo può essere letto analizzandolo rispetto a ad alcune dimensioni d’analisi.

Iniziamo dalla dimensione d’impresa: a fronte di una crescita generale, le medie imprese non crescono per gli investimenti.

Tra le modalità con le quali le imprese hanno informato i lavoratori su Fondo, sono comuni il rinvio al sito del Fondo ed il contatto diretto con il Fondo, l’illustrazione al momento dell’assunzione e la diffusione di materiale cartaceo. Le piccole imprese si caratterizzano dalla presentazione con personale del Fondo. La percezione sull’adesione al Piano Famiglia è molto più bassa nelle medie imprese che in quelle piccole o grandi.

La soddisfazione relativamente al Fondo è più alta nelle grandi imprese, seguite dalle piccole e dalle medie.

Al crescere della dimensione, cresce la quota di aziende che aderiscono ai piani A, B e per i piani base al piano D. In controtendenza l’adesione al Piano C, più frequente nelle medie, seguito dalle piccole e dalle grandi. Anche lo stato di salute delle imprese è un’importante dimensione di analisi: nelle imprese in salute il dialogo con il Fondo è più frequente. Inoltre, al migliorare della situazione degli ultimi tre anni, cresce la quota di aziende che pensa che l’utilizzo del Fondo dipenda dal tipo di Piano Assistenziale. Questi fattori, se da un lato mostrano una grande soddisfazione delle piccole e grandi imprese in crescita, dall’altro lato evidenziano come le medie imprese, quelle da 10 a 49 soci, in difficoltà negli ultimi anni sono le realtà che maggiormente rischiano una sorta di distacco dal Fondo Solideo.

La pandemia da Covid-19 ha rappresentato un momento probante per il Fondo Solideo, in cui sono emerse, in alcune imprese, delle precise specificità. Ad esempio, tra le imprese in cui l’adesione è risultata più positiva nel periodo Covid, nell’80% dei casi il Fondo era stato presentato da personale del Fondo. L’utilità del Fondo viene percepita funzionale al tipo di piano scelto molto di più da chi ritiene che l’utilità nel periodo sia stata alta rispetto a chi pensa sia stata bassa o nulla.

Tra chi ritiene che il Fondo nel periodo Covid sia stato utile, il 70% (vs 22,2%) ritiene che il Fondo abbia avuto ricadute abbastanza significative sul miglioramento del clima aziendale. Anche rispetto al grado di soddisfazione del Fondo, poi, ci sono quasi due punti (1,94) di differenza tra chi ritiene che il Fondo sia stato Abbastanza o Molto utile durante il Covid e chi invece ritiene che lo sia stato Poco e Per nulla.

Tutte queste indicazioni, peraltro provenienti dalle imprese stesse, sottolineano l’importanza della vicinanza e del dialogo diretto coi lavoratori, soprattutto in una situazione di estrema crisi:

“Un’ulteriore criticità è rappresentata dalla mancanza di informazione delle aziende rispetto ai fondi aziendali, e della scarsa consapevolezza dei lavoratori delle possibilità offerte dall’adesione a fondi sanitari. A questo riguardo le SMS potrebbero evidenziare sempre di più il valore aggiunto che le connota: promuovendo incontri e assemblee nei luoghi di lavoro mirate a diffondere consapevolezza e conoscenza sul funzionamento dei fondi sanitari. Ciò già avviene nei casi più virtuosi. D’altronde i fondi sanitari aziendali gestiti dalle SMS sono oggi una riproposizione della solidarietà su base categoriale-professionale che ha caratterizzato le origini del mutualismo.”[1]

Il livello di soddisfazione da parte delle aziende rispetto alla partecipazione al Fondo fotografa due gruppi distinti abbastanza nettamente tra loro.

Tra e imprese che mostrano un minor livello di soddisfazione, sono prevalenti le imprese più giovani, quelle nate nel nuovo millennio, e quelle che presentano un bassissimo livello di comunicazione in azienda sul fondo stesso, essenzialmente limitato alla diffusione di volantini e materiale cartaceo. Tra le realtà più soddisfatte, viceversa, sono presenti solo aziende nate prima del 2000 e che mostrano un’ampia gamma di strumenti di comunicazione utilizzati per informare sul Fondo. In questo gruppo, poi, tra le ricadute positive per l’azienda rispetto alla partecipazione al Fondo vi è una maggiore disponibilità alle esigenze aziendali, nonché la segnalazione di una maggiore utilità del Fondo in questo periodo di Covid.

I LAVORATORI

Come si è più volte affermato, l’adesione dei lavoratori al questionario è stata decisamente alta, un bel regalo per il decennale del Fondo Solideo. Tra i 628 rispondenti, prevalgono nettamente le donne (80%) e oltre i due terzi ha più di 60 anni, con gli under 30 che rappresentano solamente poco più del 7% dei rispondenti.

Oltre la metà dei lavoratori che hanno aderito è laureata e oltre un quarto è diplomata: meno del 9% possiede al massimo un titolo della scuola dell’obbligo.

Quasi la metà dei rispondenti lavora in una grande cooperativa, aderente al Fondo da molti anni ed in cui l’adesione al piano A quello più costoso ma portatore di maggiori benefici, è più alto della media complessiva. Un altro 43% di risposte proviene da un insieme di 13 imprese, dalle quali sono arrivati da un minimo di 12 ad un massimo di 35 questionari ed il restante 5% di questionari arriva da lavoratori di 12 aziende. Una partecipazione molto variegata, certamente, che deriva sia dalla dimensione dell’impresa, sia dal livello di penetrazione del Fondo tra i lavoratori e della loro adesione.

Tra i partecipanti all’indagine, il 60% è iscritto al Piano A, poco più del 14% sia al Piano B che al Piano C, il restante 11% circa al Piano D e oltre la metà ha usufruito dei rimborsi offerti dal Piano.

Tra gli utilizzatori, oltre l’82% ha ottenuto dei rimborsi ticket e il 56% rimborsi per prestazioni di odontoiatria. Seguono gli esami di alta diagnostica e i sussidi ospedalieri.

CHE SODDISFAZIONE!

Tra i livelli di soddisfazione indicati dai lavoratori delle diverse aziende non ci sono, mediamente, grandi differenze. Le differenze sono all’interno delle singole aziende e tra i Piani.

Intanto, l’anzianità: al crescere del livello di soddisfazione, aumenta la quota di chi è iscritto da più tempo e cresce il livello del Piano a cui si aderisce. Il dato evidenzia come una certa perseveranza nella permanenza in un Piano più importante porti a risultati soddisfacenti per gli stessi lavoratori.

Più si è contenti, più si conoscono l’esistenza di più Piani e le condizioni ed i contenuti degli altri Piani e cresce anche l’adesione al Piano Famiglia. Non solo: si parla anche molto di più del Fondo con la dirigenza della propria impresa ma, soprattutto con i colleghi.

Da dove nasce, però, la soddisfazione? Dalle risposte, emerge come vi sia un rapporto diretto con l’aver usufruito dei rimborsi: occorre fare attenzione a chi non usufruisce dei Fondi e fare una comunicazione apposita per loro, perché come si autoalimentano le soddisfazioni, così si può generare un accrescimento dell’insoddisfazione.

CONCLUSIONI

La ricerca realizzata per festeggiare e celebrare il primo decennale del Fondo Solideo è nata da un obiettivo ambizioso: dare voce a tutti gli stakeholders del Fondo stesso, cioè le aziende ed i lavoratori aderenti. L’ascolto degli altri è il primo passo da attuare sempre in un rapporto tra più soggetti, ma ancora di più quando l’organizzazione è un soggetto non profit che opera nell’ambito della salute della persona:

“Esiste il rischio, evidenziato da alcune ricerche in altri paesi, che organizzazioni non profit attive nel campo della sanità finiscano per adottare nelle prassi logiche e modalità simili a quelle del mondo profit, di fatto snaturandosi, al fine di rimanere sul mercato.

Per queste ragioni, la crescita organizzativa delle SMS va accompagnata da soluzioni innovative capaci di riproporre e attualizzare temi come prossimità, condivisione e partecipazione se si vuole evitare il rischio che la specificità delle SMS sia meno percepita dagli stessi soci e dai cittadini e diventi dunque più sfumata, nonostante il codice identitario. Quest’ultimo infatti ci sembra vada inteso come un essenziale punto di partenza e non un approdo definitivo.”[2]

Questa volontà è stata colta da tutti i soggetti, che hanno risposto in modo pressoché totale (aziende) o in maniera molto significativa (lavoratori). Questo ha consentito di ottenere una serie di informazioni e di dati utili per programmare le strategie per i prossimi 10 anni di attività del Fondo.

[1] O. De Gregorio, F. Razetti, F. Maino, “APRIRSI” per ritornare al futuro – Le SMS di fronte alle sfide della sanità integrativa, pag. 34, Percorsi di Secondo Welfare

[2] O. De Gregorio, F. Razetti, F. Maino, “APRIRSI” per ritornare al futuro – Le SMS di fronte alle sfide della sanità integrativa, pagg. 32-33, Percorsi di Secondo Welfare.

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