CERCHIAMO DI VEDERCI CHIARO:
MIOPIA? GLI STUDI DICONO CHE NEL 2050 L’80 PER CENTO DEGLI ITALIANI DOVRÀ CONVIVERCI
L’allarme parte da lontano, a Oriente, dove i tassi di miopia sono già alle stelle: in Corea del Nord, Taiwan e Cina i tassi di incidenza oscillano tra l’84% e il 97%.
Negli ultimi anni, però, questa patologia si sta diffondendo in modo esponenziale anche negli Stati Uniti e in Europa: negli USA il 40% degli adulti è miope e un incremento simile si è registrato anche nel Regno Unito.
Gli ultimi studi dicono che in Europa, all’età di 9 anni è già miope il 12% della popolazione, per aumentare al 18% a 15 anni e raggiungere il 24% in età adulta.
Le cause? Gli studi dicono che in questo caso la genetica centra solo in piccola parte, mentre sono molto più determinanti gli stili di vita: la mancanza di tempo trascorso all’aperto e il passare sempre più ore a concentrarsi su oggetti vicini come libri o dispositivi elettronici sembrano essere tra le cause più importanti.
Dobbiamo quindi aspettarci un mondo miope nel futuro prossimo? Con quali conseguenze?
Apparentemente l’uso degli occhiali non dovrebbe costituire una catastrofe, ma i ricercatori sottolineano che la miopia deve essere monitorata con attenzione perché è una delle principali cause di disabilità visiva e cecità.
Inoltre, c’è il nodo “infanzia”: è ormai attestato che i bambini stanno diventando miopi prima dell’età tipica di 8-12 anni.
Che cosa significa? Che prima si diventa miopi, più sarà probabile in età adulta contrarre una patologia grave della vista, con conseguenze gravi per l’occhio come glaucoma, distacco della retina, cataratta e maculopatia miopica.
Paolo Nucci, professore ordinario di Oftalmologia all’Università degli Studi di Milano, osserva infatti che “la miopia non è del tutto benigna perché quando è superiore alle cinque diottrie le problematiche legate a questo difetto visivo aumentano: alcune patologie sono tipiche delle persone miopi, soprattutto a livello retinico, per questo è bene prendere coscienza del problema e indagare strategie per limitarlo”.
In Cina, da tempo stanno cercando soluzioni preventive. Il problema, infatti, è particolarmente sentito perché la miopia potrebbe avere delle ripercussioni sulla futura forza lavoro: pensiamo, ad esempio, a una serie di industrie e servizi (pensiamo solo ai piloti d’aereo), da tempo sono a caccia di strategie efficaci. Tuttavia le strategie finora adottate, come gli esercizi per gli occhi, non hanno ancora dato i risultati sperati e si sono rivelati insufficienti nella prevenzione della miopia a lungo termine.
Per cercare di limitare i danni partendo dall’infanzia, in Cina è stato limitato per i bambini il tempo dedicato ai videogiochi, anche se di fatto non ci sono prove definitive sul legame tra tempo trascorso davanti a uno schermo e la miopia.
A oggi, la soluzione più semplice e consigliata dagli esperti per limitare la miopia non ha a che fare con particolari terapie mediche ma riguardare gli stile di vita: trascorrere più tempo all’aria aperta. L’Università del Salento ha addirittura elaborato un protocollo per la prevenzione che prevede: “Giocare all’aperto, meglio tv e consolle, illuminare gli ambienti”.
“Stando all’aperto – sottolinea sempre Paolo Nucci – i nostri occhi fanno meno sforzi e tendono a guardare da lontano, con il risultato che le reazioni legate all’iper accomodazione, fenomeno correlato all’attività da vicino, si stemperano un po’”.
E se proprio si vuole fornire un aiuto in più, gli oculisti consigliano l’uso di colliri a bassa concentrazione di atropina in età prepuberale e l’utilizzo di lenti speciali basate sul defocus periferico fino ai 18 anni.
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