LA SALUTE FISICA E QUELLA MENTALE SI INFLUENZANO A VICENDA
A tal punto da poter parlare di un asse intestino-cervello.
La ricerca firmata da Cristina Lanni del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia approfondisce, rafforzandolo, proprio questo legame già noto.
Ogni giorno, il cervello produce scorie metaboliche che devono essere eliminate per funzionare correttamente. Questa “pulizia” è affidata a un sistema speciale chiamato sistema glinfatico. Quando il meccanismo si interrompe, le tossine si accumulano, la comunicazione tra le cellule nervose si altera e la funzione cerebrale rischia di compromettersi. I ricercatori hanno osservato che anche un singolo episodio di infiammazione acuta nel colon può interferire con questo delicato equilibrio. L’infiammazione altera l’orologio biologico e modifica la distribuzione dei fluidi nel cervello, rallentando lo smaltimento delle scorie e alterando il rilascio dei neurotrasmettitori. Il risultato è una disfunzione sinaptica, conosciuta come sinaptopatia, che spiega in parte come un disturbo periferico possa influire sul cervello.
Questa scoperta apre nuove prospettive per la prevenzione delle malattie neurodegenerative. Se sarà possibile preservare o ripristinare la funzione del sistema glinfatico, potrebbe diventare realtà un intervento precoce, capace di proteggere il cervello dagli effetti dell’infiammazione periferica.
Comprendere l’asse intestino-cervello non è solo un progresso scientifico, ma anche un’occasione per migliorare la salute e la qualità della vita dei pazienti, anticipando processi che potrebbero portare alla neurodegenerazione.

