INFORMAZIONE E SANITÀ PUBBLICA: ANDARE OLTRE LE PERCEZIONI
Il Direttore Generale di Quotidiano Sanità, Angelo Aliquò, firma oggi un interessante approfondimento sulla relazione tra informazione e Sanità Pubblica, in cui sottolinea quanto l’informazione sanitaria influenzi la percezione del Ssn più dell’esperienza diretta, con un paradosso evidente: il 68% degli italiani ritiene la sanità in declino, ma oltre il 70% è soddisfatto delle cure ricevute. I media amplificano le notizie negative (72% degli articoli), trascurando i dati positivi come l’alta aspettativa di vita e gli screening salvavita.
Eppure i dati oggettivi raccontano un’altra storia: secondo l’OCSE Health Statistics 2024, l’Italia spende per la sanità circa il 9,3% del PIL, meno della Germania (12,7%) o della Francia (11,1%), ma registra un’aspettativa di vita tra le più alte d’Europa (83,6 anni).
Il nostro sistema garantisce copertura universale, accesso gratuito o quasi alle cure complesse, e una rete di medicina territoriale tra le più diffuse.

Spostarsi dalle percezioni ai fatti misurabili significa imparare a leggere il sistema nella sua interezza, distinguendo il fisiologico dal patologico, la crisi strutturale dal disservizio episodico.

E ricordiamoci sempre che i media operano secondo logiche di visibilità. Nel campo sanitario, ciò genera una distorsione sistematica: le cattive notizie “vendono”, le buone no.

Dietro la retorica dell’“inefficienza pubblica” spesso si nasconde un conflitto ideologico: chi misura il valore della sanità in termini di profitto e chi lo misura in termini di giustizia sociale.

Rendere esplicito questo conflitto aiuta a capire che non si tratta solo di amministrazione, ma di etica pubblica. Dobbiamo chiaramente mettere alla prova la coerenza tra libertarismo economico e tutela dei diritti.

Fare emergere la complessità strutturale dietro i problemi di efficienza è quindi anche un dovere perché le inefficienze del sistema pubblico non nascono dal nulla. Raccontare la sanità pubblica senza spiegare questa complessità quindi significa tradire la realtà. Bisogna riflettere sul valore universale del modello pubblico, perché la sanità pubblica è “ancora” un patrimonio di civiltà.
Sappiamo bene che la sanità pubblica non è perfetta, ma è un patrimonio da difendere. L’informazione che la racconta ha il potere di rafforzarla o indebolirla. e proprio per questo serve un a informazione capace di unire rigore e sensibilità, di criticare senza distruggere, di costruire fiducia invece di paura.
Noi di Fondo Solideo condividiamo pienamente i valori alla base di questa riflessione, e per questo pensiamo che l’informazione debba sempre essere messa al primo posto.
A tal proposito vogliamo proporvi oggi la visione della nostra “Pillola di informazione” relativa proprio all’alfabetizzazione sanitaria, fondamentale per compiere le scelte più giuste al fine di prenderci cura della nostra salute.
La salute è un diritto costituzionale e non può e non deve essere un lusso!